Se vi capita di fermarvi a Livorno scoprirete che, in questa città dal bellissimo lungomare, dall'ottima cucina, ma certamente poco votata all'arte, c'è un vero e proprio scrigno che racchiude alcuni capolavori dei Macchiaioli, Villa Mimbelli.
Interessata al Museo Fattori che è situato in questa villa, mi sono imbattuta in una sfarzosa residenza restaurata abbastanza di recente (1994)che vale da sola una visita a Livorno.
La villa fu costruita dall'architetto Vincenzo Micheli fra il 1865 ed il 1875 su commissione di un ricco mercante di grano di origine dalmata, Francesco Mimbelli e di sua moglie Enrichetta Rodocanacchi. Fu proprio quest'ultima che curò personalmente il giardino che sarebbe stato preparato successivamente alla costruzione della ricca dimora.
L'edificio è un tipico esempio di residenza suburbana livornese tardo ottocentesca. Si presenta con un'elegante facciata a tre ordini decorata con motivi floreali. L'ingresso principale, utilizzato anche per l'accesso alle carrozze, è coperto da con tettoia in ghisa di stile liberty, mentre quello retrostante è caratterizzato da tre enormi aperture ad arco che immettono direttamente nella sale da pranzo e da soggiorno .
Il corridoio al piano terra
Una monumentale scala decorata con putti di ceramica invetriata conduce alle stanze del piano superiore dove erano collocati gli appartamenti privati dei coniugi Mimbelli.
Un particolare della scala.
Il portale che alla fine della scala conduce al piano superiore.
Sala degli specchi
E' una grande sala di ricevimento che prende il nome di Sala degli Specchi per la duplice fuga di specchi che, assieme alle decorazioni dorate, voleva ricordare le omonime sale delle regge settecentesche. E' costituita da due ambienti comunicanti che dividono la sala in due settori ben definiti: il primo, quello mostrato sopra, dedicato al ballo e il secondo, il salottino giallo, di più modeste dimensioni impiegato come sala da fumo.
La grande sala da ballo era nota ai contemporanei per la singolare caratteristica di presentare sulla cornice di una specchiera una piccola fessura rettangolare dalla quale si diffondeva la musica di un'orchestra che suonava in una piccola stanza al piano superiore.
Salottino giallo, utilizzato come sala da fumo.
Un gioco di luci che si riflettono all'infinito nella grande sala degli specchi.
Soffitto della Sala Turca
Sala Ulvi Liegi, dedicata all'artista livornese Ulvi Liegi che raccoglie opere realizzate tra gli anni venti e trenta, legate alla maturità dell'artista.
Sala nera, un altro ambiente da fumo che accoglie un interessante camino con specchiera in ebano intarsiati in avorio. Si dice che questa sala venisse usata pure per onoranze funebri.
La villa è poi circondata da un rigoglioso parco di ispirazione romantica caratterizzato dalla presenza di essenze esotiche.