| Poichè la risposta che ho dato all'ultimo o ultima iscritta al forum, Frayingpan, credo sia partita in sms privato, per mio errore, vorrei rendere pubblica la mia risposta, se pure con parole diverse, ma nella stessa sostanza a tutti i miei lettori. Lo devo per chiarezza soprattutto lo devo ai miei allievi che so spesso presenti nel forum.
Ritengo l'esternazione spontanea e sentita di Frayingpan alquanto generalizzata, sia per quanto attiene il metodo di insegnamento della storia dell'arte nelle scuole ( gli insegnanti non sono tutti uguali...), sia per quanto attiene i libri di testo che spesso, e in questo posso essere in accordo con Frayingpan, sono superficiali, a volte imprecisi, magari con l'unico pregio di presentare un bell'apparato iconografico. Ma non sono tutti così. Io che esamino ogni anno testi scolastici sempre diversi posso dire che ormai in questi è superato il linguaggio fatto solo di "aggettivi", linguaggio che attiene più alla critica d'arte che alla storia dell'arte. gli autori che per me sono stati i più seri, forse insuperabili, a volte sono stati i più difficili, ma diventano di agevole comprensione con l'aiuto continuo del docente. Ritengo invece essenziale, per comprendere nel modo più completo un'opera d'arte, contestualizzarla storicamente e soprattutto conoscerne l'autore, le sue esperienze di vita, di affetti, di passioni e magari, ogni volta che la cosa è possibile, leggere quanto lui ha scritto sulle sue opere. La Primavera di Botticelli per esempio può emozionarci, ma non potrà mai essere capita nel suo vero significato se non letta alla luce dei rapporti delpittore con la corte medicea e con la filosofia neoplatonica. Non era nell'intenzione di Botticelli emozionarci, quanto piuttosto dare un messaggio. Questo modo di interpretare un'opera, non solo col sentire, ma anche con la conoscenza, è per me la vera "laicità". Le emozioni vanno bene, ma se non sono accompagnate dalla conoscenza, portano chiunque ad esprimere sulle opere d'arte quello che vuole Così accade che di fronte ad opere di arte contemporanea qualcuno dica " Questo lo avrei saputo fare anch'io" oppure, di fronte ad un dipinto cubista di Picasso, solo perchè non riconosce immediatamente quanto raffigurato, lo definisce "astratto"... e Picasso si agiterebbe nella sua tomba... tanto è lontana questa definizione da quella che è stata la sua ricerca e le sue intenzioni.
Detto questo, ognuno può avere e conservare le proprie convinzioni.
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