Mario Giacomelli

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artemisiaweb
view post Posted on 10/3/2008, 17:05




"Mercoledì sera, alla Galleria dell'Istituto di cultura di New York, ci siamo avvicinati all'anima di chi ha segnato indelebilmente la storia della fotografia. Mario Giacomelli è il fotografo che ha saputo scendere negli inferi della vita e trasformare le cicatrici dell'esistenza in forme trascendentali di bellezza"
Così si apre il lungo articolo dedicato all'inaugurazione della mostra di New York dedicata al grande fotografo senigalliese, pubblicato dalla rivista "America Oggi". Una mostra itinerante di grande successo che ha toccato due tappe precedenti a Los Angeles ed a Chicago.

Mario Giacomelli si accostò alla fotografia nel 1952, non con intenti documentari, ma per esprimere con questo mezzo i suoi sentimenti e le sue riflessioni, per raccontare i temi fondamentali del nostro vivere, l'amore, la vecchiaia, la morte.

Nonostante egli abbia avuto,dopo gli inizi da giovane tipografo,un immediato consenso ed un'ampia notorietà,egli trascorse tutta la sua vita a Senigallia.La vita di provincia gli piaceva,si sentiva in sintonia con le tradizioni antiche,con la quiete di questi luoghi.
Lavorava quasi sempre di domenica.
La madre lavorava come lavandaia nella casa di riposo di Senigallia, in questo luogo poi tornò da fotografo e realizzò due cicli ora struggenti ,ora teneri ,ora angoscianti che chiamò "Vita da ospizio" e "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi"

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Dirà in un'intervista: " All'ospizio sono andato per un anno senza macchina fotografica, perchè non volevo che sentissero la macchina puntata. Ero un vecchio come loro".
Eppure aveva cominciato a fotografare da pochi mesi. Aveva una trentina d'anni.

E in risposta a chi gli chiedeva se questo progetto fosse stato pensato, in un certo senso preparato, lui disse che si era reso conto di non saper fotografare una persona che sorride, che è dolce nel viso e di aver bisogno "che l'altro sia come sono io dentro" e che aveva pensato all'ospizio per raffigurare qualcosa di più vero.


Nel 1954 Giacomelli entrò a far parte del gruppo fotografico Misa,una scuola aperta e interdisciplinare i cui iscritti discutevano di pittura,musica e letteratura,ma soprattutto di estetica.
Il gruppo si inseriva in una tradizione,già presente a Senigallia,di fotografi di grande spessore e sarebbe stato determinante per la tradizione artistica della città.

Ispirato al seminario senigalliese fu invece il ciclo " Io non ho le mani che mi accarezzino il viso" di cui vi mando alcune immagini,forse tra le più famose di Giacomelli.

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artemisiaweb
view post Posted on 10/3/2008, 17:26




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la serie dei"pretini"riprese il titolo da uno scritto di padre Turoldo. Le immagini sono riprese nel Seminario Vescovile di Senigallia che Giacomelli frequentò per un anno prima di dar forma alle foto vere e proprie. In questo ambiente i giovani seminaristi sono ripresi in momenti di ricreazione. Gli scatti hanno saputo cogliere la freschezza e l’incanto dei giochi dei giovani preti, ma al tempo stesso sospeso in una sorta di astrazione temporale.

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artemisiaweb
view post Posted on 10/3/2008, 18:16




Al 1953 risale la prima fotografia scattata da Mario Giacomelli sulla spiaggia di Senigallia . Da allora molte sue opere furono dedicate al nostro mare.


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Leggiamo ancora le sue parole..."Scanno è un paese da favola, di gente semplice, dove è bello il contrasto fra mucche, galline e persone; tra strade bianche e figure nere, tra bianche mura e neri mantelli. Ho cercato di fermare alcune di quelle immagini, per dare anche agli altri l'emozione che ho provato di fronte a un mondo ancora intatto e spontaneo. Ho fatto tutte queste foto con una velocità bassa, perché le immagini venissero un po' mosse, per rendere magico questo mondo. Ho sbiancato i fondi annerendo le figure, ed ho creato spazi vuoti utilizzando i grigi per mantenere l'equilibrio dell'immagine. La foto più nota è quella delle donne scure e mosse che sembrano ruotare come se fossero la medesima figura ed il bambino che viene verso di noi restando a fuoco ed apparentemente fisso in mezzo a loro".


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Ed ancora ..."Mentre nell'ospizio vogliono a tutti i costi morire, qui vogliono a tutti i costi vivere. È un controsenso: questi che soffrono realmente chiedono, sognano di vivere e inventano qualcosa, una Madonna, perché non sanno più in che buco rifugiarsi. La speranza è la cosa più bella che ho pensato a Lourdes fra questa gente."

Nacque così la serie di fotografie dedicate a Lourdes.

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continua...

 
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artemisiaweb
view post Posted on 13/3/2008, 20:10




Riprendendo il discorso su Mario Giacomelli e le sue straordinarie fotografie, oltre all'Abruzzo egli riprese alcune immagini della Puglia.

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Questa che vi ho postato riprende un momento che precede le processioni della Settimana Santa, forse a Taranto dove caratteristici sono gli incappucciati che accompagnano in modo suggestivo i sacro riti.

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Giacomelli sapeva cogliere i volti, le espressioni della gente comune e nel caso della raccolta dedicata alla Puglia, ha saputo riprendere la luce piena di questa terra arsa dal sole.



Sempre alla terra saranno dedicate le sue fotografie raccolte sotto il nome della "Buona terra".

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Il sorriso degli anziani ed i giochi dei bambini sono uguali in qualsiasi regione d'Italia ed è sempre la stessa tradizione contadina che dalle Marche alla Puglia, Giacomelli ama e ci ha fatto amare con le sue opere.

Così anche nel "Canto dei nuovi emigranti" nella serie dedicata alla Calabria.


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Fino a quando la "Terra" non diventa protagonista assoluta nella raccolta" PRESA DI COSCIENZA SULLA NATURA "

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... quasi un disegno "astratto" sul territorio.

Ma tanti e tanti altri sono stati i temi affrontati da questo artista... spero con questi esempi di aver risvegliato in voi un pò di interesse,se vorrete saperne di più esistono vari siti web che vi permetteranno di conoscerlo meglio.

A me fa piacere concludere questo breve saggio su di lui con una sua immagine e con una poesia da lui scritta che vi parla della profondità del suo animo.

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SE VIVESSI ALMENO UN GIORNO,
SE POTESSI VIVERE,
SE IO VIVO,
NON SAPRÒ MAI SE ERA VERO
CHIUDERÒ GLI OCCHI
E MI VEDRANNO MORIRE,
NON CI SARÀ NÉ PRIMA NÉ DOPO,
LASCERÒ LA MIA PORZIONE
IN UN CHIUSO GIARDINO DI SOGNI
E IN TUTTI I POSTI,
IN TUTTE LE VIE,
STARANNO A RACCONTARE
IL ROVESCIO DELLA MIA VITA
DOVE MUORE LA MORTE

NON SAPRANNO MAI SE ERA VERO.
 
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Lady Agnew
view post Posted on 6/7/2009, 21:45




Lo amo particolarmente: nei pretini mi colpisce molto una sorta di ingenuita',
e di candore ,come di adulti rimasti bambini e l'assenza di malizia .
E nello stesso tempo quel titolo "Io non ho mani che mi accarezzino il viso",
che sottolinea la solitudine di quella scelta.

Ma fantastiche tutte le sue foto:la serie dei paesaggi "astratti",
la serie di Lourdes,gli anziani.

Un grande. :)

Mi rammarico di non aver visitato la mostra a lui dedicata
l'inverno appena trascorso a Forma,Milano. :(
 
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4 replies since 10/3/2008, 16:51   8099 views
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